domenica 13 febbraio 2011

ORA!


Stasera ho scritto un piccolo articolo sulla giornata appena trascorsa, 13 febbraio 2011. Scrivo per una testata on line pugliese e fortuna ha voluto che fossi a Bari, città di nascita, e non a Roma, città di studio. Ho cercato di descrivere come Bari ha risposto all'iniziativa di mobilitazione nazionale "Se non ora, quando" in poco tempo, dati i tempi e le esigenze di pubblicazione. Purtroppo il finale del mio breve articolo è stato modificato per tali esigenze, e questo non mi è piaciuto: mi ha lasciato impotente di fronte al fatto compiuto.
Ho scoperto questa sensazione non molto diversa da quella provata stamattina passeggiando con i miei concittadini nel silenzioso corteo barese, la stessa che ha animato l'articolo, la stessa che provo quando mi imbatto nel mezzo televisivo. E' la stessa sensazione che provo quando entro nel centro estetico del quartiere popolare (rione Madonnella) in cui vivo a Bari, e nel negozio di vestiti per teen ager del quartiere borghese (Parioli) in cui vivo a Roma. Ciò che hanno in comune sono l'appiattimento culturale delle fanciulle che li popolano, la loro volgarità e il loro sembrare molto simili a modelli televisivi non troppo dignitosi. Sembrano non pensare e avere lo sguardo spento. Nè poter reagire. Ecco cosa genera impotenza.
Proprio questa tremenda sensazione e la voglia di combatterla mi ha spinto a iniziare un blog in cui scrivere quello che sento senza che nessuna esigenza, se non quelle di verità, coerenza e divulgazione, possa modificare la forma e il contenuto dei miei pensieri.

Di seguito riporto l'articolo nella sua versione autentica:

"Il futuro è nelle Piazze del Mediterraneo", recita uno striscione tenuto da due bambini in Piazza del Ferrarese. Di fronte allo stesso mare che bagna l'Egitto, anche a Bari si cerca di scacciare via un dittatore. Non è Mubarak, ma qualcosa a che fare con lui ce l'ha: la sua pseudo nipote Ruby. Per il caso Ruby e per quello che rappresenta hanno manifestato oggi donne e uomini d'Italia: la strumentalizzazione del corpo della donna, lo scambio di incarichi e potere con prestazioni sessuali come pratica ufficializzata di concorso pubblico.
Alle 10:30 i cittadini baresi si sono riuniti in Piazza Prefettura. In seguito un corteo spontaneo ha attraversato via Sparano fino alla Stazione ed è tornato verso Piazza del Ferrarese. Un corteo silenzioso e placido, senza musica, con qualche striscione e nessun cartello politico come previsto anche nella altre 229 città Italiane. Secondo la questura a partecipare sono state tremila persone. Presenti alcune cariche istituzionali in veste informale, tra cui il Sindaco Emiliano e qualche Assesore.
Più che un corteo, sembra una passeggiata della domenica un pò più organizzata. Fanno sorridere gli striscioni dei comitati delle donne e delle associazioni, sono interessanti i discorsi della gente, tutti sono d'accordo con tutti, quasi ci si compiace di quanto all'unisono crediamo che quello che stiamo vivendo sia sbagliato, come se è questo ciò che può cambiare le cose: "Belusconi deve dimettersi e non si dimetterà"; "Ci stanno rubando soldi dignità e cultura"; "Mi vergogno del mio Paese", mormora la gente. Ma a cosa serve il compiacimento silenzioso? Tutto questo dovrebbe essere urlato e gridato con passione e disperazione, e in una manifestazione di tale portata la città aveva bisogno di palchi, musica, rumore, discorsi urlati, strumenti di sensibilizzazione che arrivassero anche ai balconi di chi in casa guardava la televisione. Chi manifesta dovrebbe capire che quelli che rimangono a casa non sono avversari di una lotta politica, ma perdite, colpi amari e dolorosi alla realizzazione del bene.
Ma all'una circa tutti si dileguano felici della passeggiata mattutina come se niente fosse avvenuto, forse se ne discuterà a pranzo di fronte all'agognata braciola prandiale. In molte altre città Italiane, intanto, fervono i preparativi: tutto deve ancora iniziare, rigorosamente urlato e cantato. E' da Piazza Castello di Milano che Il Presidente Nichi Vendola descrive questa come "una giornata speciale, un colpo mortale per il berlusconismo", dimenticandosi che la sua Italia migliore, e il suo mandato, partono dalla Puglia.
Non sappiamo quale sarà l'effetto della giornata di oggi sulla situazione contro cui ha cercato di protestare, ma è il minimo indispensabile che le cittadine e i cittadini Baresi possono fare per dare un contributo significativo alla mobilitione generale. Se non ora, quando?

Questo il link dell'articolo pubblicato e modificato.


La differenza è piccola ma per me essenziale. 
Se quella di oggi è una data storica, solo la storia potrà dirlo. Per Bari credo che non lo sarà. 
Proprio per questo avrei voluto trasmettere ai miei concittadini la stessa sensazione di impotenza e sperare che anche uno solo di loro riflettesse su quanto è importante non passeggiare, ma correre, agitarsi, agire! non parlare, ma urlare! non fermarsi allo scambio di pareri con chi frequenta lo stesso ambiente e matura pensieri simili, ma confrontarsi con chi la pensa diversamente o ancora peggio (/meglio) con chi non pensa.