lunedì 22 agosto 2011

Uniti come un tandem. Bollenti come una mozzarella


Tagliatela tagliatela !!! Gridano i bambini per le strade di Bari vecchia quando li vedono passare. A chi lo gridano? A loro due: Luis e Mercedes. Due giovani dai muscoli forti, gli abiti sportivi, i sorrisi intensi, gli sguardi vivi. Cosa dovrebbero tagliare ? Un tandem. Da qualche settimana si aggira per i vicoli del borgo antico; da qualche mese, febbraio, tra le strade e i passaggi di tante città mediterranee. Da Cadiz a Marsiglia, da Alicante a Palermo, passando per Barcellona, Montpellier, Genova, Roma, Napoli.
Ma come poter separare ciò che deve unire ? Il tandem è il mezzo con cui Luis e Mercedes hanno deciso di unire il Mediterraneo. Due ruote che alla stessa velocità e con lo stesso ritmo possono congiungere i luoghi che attraversano così come fanno con chi pedala. Impossibile dividerlo, impossibile dividerli.

Li ho conosciuti tre mesi fa quando mi piombarono in casa, a Roma, in un piovoso pomeriggio di fine maggio. Li ospitai per qualche giorno senza sapere niente di loro, e poco a poco mi raccontarono la storia. Li accompagnai per un pò tra le strade di Roma.
Il nostro incontro fu per entrambi testimonianza di come l'appartenenza mediterranea della mia generazione stesse emergendo in varie forme diverse e in diversi punti del mare: avevo da poco scritto la mia tesi triennale su un progetto di cooperazione tra piccoli gruppi locali dei Paesi del Mediterraneo Orientale. Pensavo a come questo progetto potesse espandersi unendo a piccoli passi i popoli a nord e a sud del mare, a prescindere dall'appartenenza europea, africana o mediorientale.
A febbraio erano iniziate le rivolte nel mondo arabo che avevano dato voce a movimenti e sentimenti di popoli diversi che trascendevano le barriere e i confini nazionali. Ancora pensai che qualcosa si stesse muovendo.
Nello stesso mese Luis e Mercedes partivano, compiendo qualcosa a cui stavano lavorando già da due anni, pensando alla possibilità di riallacciare il filo della storia e della cultura mediterranea in modo semplice e a una nuova velocità. Non un progetto politico, ma una bici. Un mezzo di trasporto sostenibile che regala a chi lo conduce la velocità giusta per spostarsi e per osservare meglio ciò che accade intorno. Abitanti di una città, Siviglia, che da cinque anni ha fatto spazio a piste ciclabili e istituito un servizio di biciclette pubbliche con cui tutti possono muoversi, hanno legato al messaggio del mediterraneo quello della bicicletta. Hanno pensato che tutte le città e i suoi abitanti potessero essere più felici grazie alla bici.
Nei mesi in cui non sono riuscita a riportare quanto vissuto con loro nè a raccontare quello che stavano facendo, tre dei loro compagni di viaggio sono stati un pò più felici grazie alla bici: io ho iniziato a usarla, a non avere paura di affrontare il traffico, le salite e le strade dissestate di Roma. Ho scoperto la pista ciclabile del  lungo Tevere e insieme a essa un mondo di persone che già da tanto godono della capitale da una nuova dimensione. Nella casa che li ha ospitati due delle mie coinquiline hanno comprato una bici e adesso litighiamo per chi deve accaparrarsi la bianchi.
E mentre noi pedalavamo e riscoprivamo la nostra città a nuova velocità, il loro progetto è proseguito. Mentre i media hanno messo a tacere la voce di popoli ancora in rivolta e del loro messaggio rivoluzionario, quello evoluzionario di Luis e Mercedes ha continuato a diffondersi. Il rumore silenzioso del loro tandem ha attraversato altre case e altri luoghi.

Oggi li rincontro dopo questo tempo e li chiedo cosa sia successo in tre mesi. 
"In questi tre mesi ci siamo accorti che il Mediterraneo è più grande di quello che ci aspettavamo !". 
La grandezza è nell'ospitalità che continuano a incontrare in qualsiasi parte della costa; nel sentimento comune di una cultura europea che non conosce logiche nord sud ma si sviluppa orizzontalmente. Mi parlano non solo di tappe (Napoli, Reggio Calabria, Palermo, Agrigento) ma di persone simili, solidali, gentili, che accolgono con gioia il messaggio di pace e, perchè no, di lentezza. Mi parlano della biciclettata notturna a Palermo, che ha raccolto tutti gli amanti della bici per riscoprire di notte una città così trafficata di giorno. Mi parlano di un padre di Napoli che ha usato il tandem come mezzo per permettere al figlio disabile di muovere le sue gambe alla stessa velocità. Mi parlano di forme di accoglienza rurale e dei frutti della terra offerti loro da chi li ospitava. Mi parlano della sensazione strana di affezionarsi a una famiglia e sentire ogni volta di star lasciando casa.
Li vedo così abitanti permanenti di una casa che li e ci accoglie tutti.
Prendiamo un caffè sul mio/nostro lungomare di Bari/lungomare Mediterraneo con un'amica desiderosa di conoscerli.
Li interroga stupita e meravigliata.. Loro sono ormai abituati alla curiosità e al coinvolgimento della gente ma non smettono di raccontarsi. Si stanno preparando alla partenza perchè domattina alle sei lasceranno la famiglia per risalire lungo l'Adriatico, arrivare fino in Friuli e poi giù Croazia, Grecia, Turchia. Ci interroghiamo sul futuro. Riusciranno a riallacciare il filo anche in terre più lontane e tra popoli non latino ablanti ? Con curiosità e speranza guardiamo il mare, e tutti intimamente siamo convinti di sì. 
La nostra amica si fa scrivere una dedica sul fazzoletto del bar pur di avere testimonianza del loro passaggio. 

Proseguiamo la passeggiata verso Barivecchia per mangiare un panzerotto. Non ci riusciamo molto bene perchè la mozzarella è troppo bollente e i fili ci bruciano le mani. Luis (ormai per gli amici Gigi) e mia madre ridono e scherzano come sempre. Mercedes è un pò triste di partire. Io pure. Penso a Siviglia, dove sono stata fino al giorno prima, mentre loro esploravano la Puglia e conoscevano la mia famiglia. Sono dispiaciuta di non averlo fatto insieme. I vicoli del borgo antico si mischiano nella mente con quelli del Barrio dell'Alameda e di Santa Cruz. Non riesco a distinguere l'italiano dallo spagnolo e li sento abitanti della mia terra così come mi sentivo parte della loro. Riesco a sentire la consistenza del filo che ha allacciato l'Andalucia, la Puglia, tutti gli altri luoghi che ci sono in mezzo, e quelli a cui ancora deve arrivare.
Filante e bollente come quello della mozzarella.