domenica 13 marzo 2011

Addà passà a nuttàt

Articolo 4: Lavoro e progresso

Articolo 9: Cultura

Articolo 21: Libertà di manifestare il pensiero

Articolo 33: Arte & scienza

Articolo 34: Scuola Pubblica


E' viva la costituzione ! Vive tra le righe dei suoi articoli. E' viva l'Italia ! Vive nella tradizione che è cultura. Nella cultura delle arti, delle scienze, della storia. Nella storia che si studia a scuola. Nella scuola che si dichiara aperta a tutti, pubblica, libera. Nella scuola che è democrazia.

Sembrano essere tutti sinonimi, questi, sul palco di ieri di Piazza del Popolo. Non perchè una parola valga l'altra, ma perchè tutte queste parole, insieme, esprimono la forza di un Popolo che è stato ed è molto più di quello a cui viene ufficialmente ridotto oggi. E per questo, visto che le storie di oggi sono ignobili e indegne, sono quelle del passato e dell'arte che fanno rivivere la Costituzione.

Ascanio Celestini parte dalla Primavera dei Popoli, dal 1848, l'anno delle grandi rivolte. Ricorda le prime, siciliane, e poi quelle parigine, toscane, ungheresi. Ricorda le Cinque Giornate di Milano e gli altri moti risorgimentali che portarono alla Costituzione della Repubblica Romana. Durata solo cinque mesi (9 febbraio / 4 luglio 1849), fu un banco di prova di nuove idee democratiche che sarebbero diventate realtà in Europa solo un secolo dopo: suffragio universale maschile, abolizione della pena di morte, libertà di culto, pubblica istruzione. "La Costituzione è la sua storia, non solo il testo ! E' il frutto di cento anni di lotte senza le quali non saremmo stati quello che siamo" E cosa siamo ?
"Tutto questo era per dire che non siamo un popolo di Bamboccioni, di Frallocconi !" risponde e conclude Ascanio Celestini.
Ma se 150 anni fa eravamo un'avanguardia europea oggi a Strasburgo gli eurodeputati, insieme alla risoluzione che chiede all'Ungheria di emendare la legge sui media per garantirne una maggiore indipendenza, esprimono preoccupazione per la situazione dell'informazione in Bulgaria, Romania, Repubblica Ceca, Estonia e.. Italia. Sì, Italia. "Trova l'intruso!" Ci chiede Roberto Natale, presidente della Federazione Nazionale Stampa Italiana. "Cosa ci fa un Paese fondatore dell'Unione Europea tra Stati che sono da poco usciti dal Regime Sovietico e lentamente si affacciano alla democrazia?".

Torniamo ancora una volta indietro per far sentire il peso stridente della tradizione. Nel 1860 il decreto legislativo 3725 del regno sabaudo rese pubblica la scuola di un Paese con analfabetismo maschile e femminile pari all'80% in media. Lo ricorda Marco Rossi Doria, "maestro di strada" napoletano. Ricorda che durante la Prima Guerra Mondiale i fondi alla scuola pubblica non furono tagliati. Oggi sembra di essere in guerra e mentre vengono tolti 8 miliardi di euro all'istruzione pubblica si finanziano gli enti privati e quell'istruzione che dovrebbe essere senza oneri per lo Stato..
Sarà mica l'avverarsi di una profezia ? Quella che  Piero Calamandrei pronunciava nel 1950 ? 
Ma gli italiani non si arrendono ! Non si arrendono gli studenti "Questo Paese non ci vuole ma noi non ci arrendiamo !" Grida Sofia, studentessa della Sapienza di Roma.
Non si arrendono i messaggeri di informazione: Maria Luisa Busi, che l'anno scorso ha tolto la sua faccia dal telegiornale Rai perchè non riusciva a lavorare senza pregiudizio per le sue convinzioni professionali. 
E' lei che grida "Basta dire basta ! Basta lo gridano le vittime sotto i colpi. Bisogna piuttosto fare delle scelte di dignità e di rispetto nella vita pubblica. Non bisogna avere paura e c'è chi non ha paura. C'è gente che fa scelte etiche e crede nei diritti, che non si svende e non svende ciò in cui crede, che rispetta chi la pensa diversamente. Iniziamo a dire chi siamo, cosa facciamo, difendiamoci, cambiamo, e rendiamo felice questo Paese !
Non si arrendono i messaggeri di cultura e gli artisti.
Se la cultura è l'identità di un popolo chi governa sembra preferire non un popolo, ma dei sudditi, possibilmente consumatori. E consumatori di quella televisione a basso sforzo cerebrale che tiene cittadini grandi e piccoli in casa, educati da Suo Maestro Lele Mora e da Uomini e Donne che, prima di entrare nei perversi salotti del potere, sono innanzitutto i modelli dei programmi di cui i sudditi, e i loro figli, si nutrono.  
Chi taglia i finanziamenti alla cultura e alla scuola dice che "dalla cultura non si mangia", ma intanto la cultura la sta divorando, sicuramente non l'ha mai mangiata e non sa che fa mangiare.. ("E fa anche digerire!", gridano dalla piazza !)

Ma quanto costa non arrendersi e resistere ? Quanto costa fare i conti con il passato, con la tradizione, con le responsabilità che ne derivano ? Non è più facile rimanere in silenzio perchè si ritiene, nel nostro piccolo, di essere onesti ? Credere che qualcun altro debba risolvere i problemi per noi, denigrare la nostra essenza così da non essere chiamati a rispondere del ruolo che rivestiamo nella società ?
Non è più comodo, guardare la televisione ?
Don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera, nel suo appello per la partecipazione alla manifestazione, scrive: "Prima che difesa, la Costituzione va vissuta e praticata. La democrazia è incompatibile con la pigrizia, l'adesione formale, il disinteresse, l'indifferenza. La democrazia chiede a ciascuno di noi di impegnarci quotidianamento perchè la dignità e la libertà di tutte le persone sia rispettata e alimentata. La Costituzione resta la più alta sintesi del linguaggio della democrazia e delle responsabilità che ci affida".


Enrico De Nicola e l'Assemblea Costituente nel 1947 hanno scritto "Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società". (Articolo 4, secondo comma.)
E' questo il messaggio e il compito che la piazza ci affida e ci fa sentire: vivere e praticare la costituzione come unico modo per difenderla. Proteggere la scuola in quanto tempio di storia, scienza, arte, cultura. Viver e far vivere la cultura in quanto messaggera di tradizione. Far progredire la nostra società anche nello spirito, mantenere in vita la nostra intima essenza, esserne all'altezza. Riaccendere la scintilla nella notte dell'anima.
"Che questa maledetta notte dovrà pur finire", canta Roberto Vecchioni sul palco. 
Per dirla con le parole di un Maestro "Addà passà a nuttàt".






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martedì 8 marzo 2011

Dio veste D & G


"Sono venuta qui per dirvi che sono Dio.

Perchè Dio è una donna. Sì, ma non una donna giovane, una signora di mezza età !

Ci siete rimasti male ?



Ma ci siete rimasti male più a sapere che Dio esiste o che è una donna ? O che è una donna di mezza età ?
Ci ho messo un pò per dirvelo, un'eternità. Eppure è un'eternità che sono Dio, ma ancora non mi ci abituo. UNA DONNA, ANCHE SE E' DIO, FA FATICA A CREDERCI !
Ma vi assicuro che sono Dio ! Esiste sempre qualcuno che con cinque televisioni e un ponte crede di essere in gara ma.. SONO IO DIO !
Poi è stato difficile scendere.. Cosa mi dovevoo mettere ?
In casa giro nuda solo con due gocce di Chanel.
Ma di questi tempi è difficile, bisogna stare al passo. E se il diavolo veste Prada, Dio cosa si deve mettere ?
Dolce e Gabbana ? Che poi, io, in quanto Dio, sono come l'Universo: tendo a espandermi !
E poi vene varicose, rughe, rughe eterne. ALL'ETERNITA' NON C'è RIMEDIO.
E voi essere umani che prendete tutto seriamente ! Quando vi ho creati ho pensato QUESTA VITA CHE VI DO, GODETEVELA ! Perchè tanto (e vi ho fatto un grosso regalo) NON SARA' ETERNA !
E invece no, voi vi attaccate, vi attaccate alle cose, vi attaccate tra di voi, vi attaccate a tutto! Siete degli attacconi, degli ACCATTONI! E fate dei casini!
E poi sempre ad aver PAURA. Paura di che ? Dei gialli, dei neri, della fine del mondo !!
Ma io non posso farci niente, non potete chiamarmi in causa: ho cose più importanti a cui pensare, come.. l'Universo !
MA VOI IN QUESTO UNIVERSO SIETE I PIU' STRONZI DI TUTTE LE GALASSIE ! "

Emanuela Grimalda, ovvero, Una donna che si crede Dio.

ROMA, Manifestazione per le donne "Se non ora, quando". Piazza Vittorio.


..continua..

martedì 1 marzo 2011

Black Drawings

Marlene Dumas, Black Drawings.
De Pont Museum of Contemporary Art, TILBURG NL


Oggi camminavo per le strade di Roma in cerca di un venditore di ombrelli ambulante per ripararmi dalla pioggia battente. Non sono riuscita a trovarne nemmeno uno. Sembrano essere sempre lì dietro l'angolo appena la prima goccia minaccia di cadere, sembrano possedere un qualche segreto metereologico perchè sono per strada ad aspettarti prima che inizi a piovere.

Ma oggi, Primo Marzo 2011, non ci sono. Oggi, Primo Marzo 2011, è una giornata senza di loro. Senza di loro e senza tanti altri stranieri che decidono di scendere in Piazza per mostrare la loro forza, e gli effetti della loro assenza in un normale pomeriggio lavorativo. Stranieri non perchè immigrati ma perchè estranei al clima di razzismo che avvelena l'Italia. Al 19 febbraio risale l'ultimo eclatante episodio di intolleranza e violenza. A Palermo muore un venditore ambulante che, con tanto di permesso di soggiorno (e licenza di bancarella) vede il suo lavoro giornalmente ostacolato. I vigili, dopo una serie di verbali e intimazioni, gli sequestrano la merce. Noureddine Adnane, questo il nome del venditore marocchino, decide così di cospargersi di benzina, un episodio simile a quello che ha scatentato la prima ondata rivoluzionaria in Tunisia, i primi di gennaio.

A Noureddine Adnane è dedicato il corteo di oggi.
Nel corteo siamo tutti stranieri, allora, "siamo tutti clandestini", gridiamo ! Uniti contro il problema del lavoro, della disoccupazione, che accomuna autoctoni e non; uniti contro un clima di paura in cui gli episodi di violenza, se commessi da immigrati, vengono strumentalizzati per rilanciare politiche di espulsione. Dallo stupro di una ragazza ad opera di tre somali, all'espulsione di una comunità di 25 sfollati dal luogo dove è avvenuto il fatto, l'Ambasciata Somala vicino Porta Pia.
Uniti per dire no all'assimilazione del lavoro dei neri a lavoro nero. ("NO AL LAVORO NERO!")
Uniti per chiedere una disciplina diversa che regoli l'ottenimento del permesso di soggiorno, sia per quanto riguarda i requisiti necessari, sia per le intricate e insuperabili procedure burocratiche. ("PERMESSO PER TUTTI!").
Uniti come lo eravamo l'anno scorso, nella prima edizione dell'iniziativa , accolta con entusiasmo e partecipazione.
Uniti contro gli stessi problemi e ancora di più in quanto popoli mediterranei, quest'anno battezzati dalla pioggia, e preceduti dalla tempesta che sta facendo riemergere le coste dimenticate nelle cartine europee e mondiali. 
La pioggia continua a scendere ma tutti con le scarpe inzuppate continuano a camminare, urlare, manifestare! Da Piazzale Aldo Moro fino a Piazza dell'Esquilino: studenti, comitati, associazioni, lavoratori, stranieri, con o senza documenti ! Per esprimere solidarietà ai fratelli che si sono rivoltati dalle coste nordafricane, a coloro che stanno raggiungendo quelle italiane, a coloro che vengono massacrati, muoiono e gettano il sangue in questi giorni in Libia per mano di un vecchio dittatore !
Uniti, allora, contro tutti i dittatori, per tutti i popoli oppressi, per quelli che si sentono stranieri prima di tutto in casa propria, e per questo sono costretti a migrare. 

E allora "Libia Libera!", esclamiamo tutti, "Tunisia libera!", "Algeria Libera!", "Nigeria Libera!", "Africa Libera!", "Palestina Libera !", GRIDIAMO, "Kurdistan Libera!"

"E tu di dove sei?" "Costa d'Avorio".. "Costa d'Avorio Libera!"

"E tu di dove sei?" "Mali".. "Mali libera!"

"E tu?" "Italia".. "Italia Libera!"

Prossimo appuntamento romano Sabato 12 Marzo, ore 14:00 a Piazzale Ostiense per un presidio solidale davanti al Centro di Identificazione e Espulsione (CIE) di Ponte Galeria !